Noce Di Betel: Tutto Quello Che C'è Da Sapere

Noce Di Betel

Luke Sumpter
Luke Sumpter
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La noce di betel ha una lunga e ricca storia in Asia e la gente la usa ancora oggi come regalo di benvenuto. Mastica questi piccoli baccelli per iniziare la giornata con il piede giusto. Offrono un gusto fresco e pepato insieme ad una sensazione di calore nel corpo.

Che Cos'è La Noce Di Betel?

Frutto della palma Areca catechu, la noce di betel è un seme stimolante in grado di accrescere la resistenza, ampiamente usato in tutta l'Asia come integratore giornaliero. Cresce, appunto, in Asia, nelle zone del Pacifico tropicale e nell'Africa orientale. Si tratta di una pianta originaria delle Filippine, da cui si è diffusa la coltivazione internazionale.

Grazie al riconoscimento che gli viene dato in tutta l'Asia, la noce di betel viene chiamata in diversi modi, i più comuni dei quali sono noce di areca, noce indiana, paan, pinang e bunga. Di fatto, noce di areca è il nome più corretto, ma il più diffuso è noce di betel. Quest'ultimo, in realtà, deriva dal fatto che tradizionalmente questo frutto viene consumato avvolto in foglie di betel, ma non esiste una reale correlazione fra i due tipi di piante. La pianta di betel, infatti, è un rampicante totalmente differente, appartenente alla famiglia delle Piperaceae.

La storia del consumo di noce di betel è ricca e articolata, risalente a migliaia di anni fa. Il suo uso come integratore quotidiano è giunto fino ai giorni nostri ed è tutt'ora estremamente popolare in alcune zone dell'Asia, particolarmente in India e Pakistan. I consumatori di betel vengono spesso identificati a causa dei denti macchiati di rosso e dell'abitudine a sputare frequentemente in terra, per via dell'eccessiva salivazione, effetto collaterale di un consumo regolare di noce di betel.

Gli Effetti Della Noce Di Betel

Gli effetti della noce di betel

Il principale effetto della noce di betel è la stimolazione. La noce di betel contiene arecolina, il suo principio attivo più importante. L'arecolina è un leggero stimolante in grado di agire sul sistema nervoso centrale, oltre ad aumentare la respirazione. Il risultato è che i consumatori avvertono un aumento di energia e lucidità, oltre ad un miglioramento dell'apprendimento seriale e della memoria. Diverse testimonianze riportano di come la noce di betel abbia migliorato l'umore ed indotto euforia, come risultato di una sensazione stimolante e rinfrescante.

Storia Della Noce Di Betel

Storia della noce di betel

Le prime testimonianze scritte dall'uomo a proposito della noce di betel risalgono al I secolo, quando nelle scritture sanscrite veniva riferito di un frutto dalle 13 qualità paradisiache. Sebbene l'abitudine di masticare noce di betel risalga a migliaia di anni fa, non si sa esattamente quando si sia cominciato a consumare questa noce in combinazione con foglie di betel per godere dei suoi effetti psicoattivi, ma prove archeologiche dimostrano come questo tipo di utilizzo si possa far risalire almeno a 4000 anni fa.

Oggi, il suo uso tradizionale varia da cultura a cultura. In Vietnam, la noce di betel è un importante simbolo di matrimonio. In Malesia, è vista come un modo di accogliere le persone nella propria casa, offrendo agli ospiti noce e foglie, così come ad un ospite potrebbe essere offerta una bibita in una normale abitazione occidentale. L'uso della noce di betel in India può essere fatto risalire al periodo pre-Vedico dell'Impero di Harappa. Era considerata un'abitudine regale, laddove il re era solito muoversi scortato da un assistente sempre provvisto di noce e foglie da fornirgli ogni qual volta il reggente manifestasse desiderio di masticare.

Questi sono solo alcuni esempi, la noce di betel ha una lunga e ricca storia alle spalle, ha attraversato tutta l'Asia, assumendo ogni volta un significato diverso, a seconda della cultura di riferimento.

Luke Sumpter
Luke Sumpter
Con una laurea in Scienze Cliniche e della Salute ed una passione per la coltivazione delle piante, Luke Sumpter ha lavorato negli ultimi 7 anni come giornalista professionista e scrittore di articoli al confine tra cannabis e scienza.
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